Pancafit

Pancafit è una particolare panca costituita da due piani d’appoggio regolabili per diversi gradi di angolazione il cui utilizzo consente di agire sul corretto e bilanciato assetto posturale di tutto il corpo. Lo fa applicando, in particolare, i principi originari che caratterizzano il Metodo Mézières nel rispetto delle catene muscolari (o meglio delle catene neuro-muscolari) e traendo ispirazione anche dalle tecniche corporee del Feldenkrais e Bertherat caratterizzandosi, così, come tecnica posturale ad approccio globale.


Per il suo utilizzo non ci sono limiti di età o controindicazioni e può essere di aiuto in tutti i casi:

• di dolori a causa di posture scorrette;

• di disagio con la respirazione;

• di traumi fisici recenti o nel passato ed accusa ripercussioni a livello fisico;

• di atteggiamenti viziati (nei ragazzi) assunti in seguito al trasporto di zaini pesanti e del lungo tempo trascorso sui banchi di scuola e sui libri,

• di necessità di allungare una muscolatura troppo rigida o bloccata;

• per stimolare e migliorare la circolazione venosa e linfatica,

• per mantenere o recuperare la mobilità articolare indispensabile per la salute del proprio fisico;

• per sperimentare una tecnica di allungamento globale più completa rispetto allo stretching tradizionale, per ottenere prestazioni sportive sempre migliori.

 

Pancafit è un attrezzo pratico e leggero, trasportabile, su cui si possono applicare oltre 500 posture.

 

Come agisce

Al fine di poter vivere meglio e il più a lungo possibile, il corpo deve sottostare a due leggi biologiche fondamentali: evitare il dolore e ricercare la massima economia. Il dolore costringe il corpo a trovare soluzioni antalgiche; le catene muscolari e quindi la stretta cooperazione dei muscoli hanno tra gli altri il compito di gestire il dolore e trovare una risposta che il corpo pensi sia intelligente cioè, tamponare e nascondere il dolore attraverso atteggiamenti: i compensi o posture adattate compensate.

Ad esempio, se si prova un dolore ad un piede, per non soffrire (non essendo in grado di creare azioni riparatrici vere e proprie), il corpo sposta il peso sull’altro piede, blocca la caviglia dolorante, zoppica ma non risolve! Ecco l’errore che si compie quando si dice che: “basta aspettare che il dolore passi”. Sarebbe giusto dire: “aspettare fino a che si è nascosto bene”... Ogni dolore occultato, però, creerà prima o poi dei problemi in altre zone del corpo.

Pancafit agisce sulle catene muscolari riducendo ed eliminando i compensi per fare emergere le tensioni (ipertono di difesa innescato per nascondere il dolore). È come chiedere alle parti del corpo di smascherare il vecchio dolore nascosto e mai risolto, di farlo venire a galla. A quel punto lo si può trattare e si risolverlo, attraverso il cambio di postura che deriva dal trattamento. Una sola terapia a settimana può essere sufficiente per dare il tempo al corpo di integrare il cambiamento ottenuto e prepararsi per la seduta successiva e i risultati possono essere davvero notevoli.

 

Origini del metodo

La storia di Pancafit è interamente legata a colui che ha messo a punto la metodica, il Prof. Daniele Raggi, docente laureato in Fisioterapia e in Scienze Motorie. Nel 1980 dall’incontro con un maestro che si occupava di educazione motoria e di Mézières ha appreso le basi del metodo francese ed ha iniziato ad utilizzare la metodica per diversi anni con ottimi risultati. Nel 1995 in seguito ad un grave incidente in palestra riportò una lussazione sacroiliaca sinistra, di grave entità, che gli causò dolori decisamente invalidanti. Dopo aver provato diverse terapie senza successo, ebbe l'intuizione di prendere due assi di legno, ricoprirle con parti di moquette, appoggiarle in un corridoio, in posizione tale per cui le due parti centrali si incontravano nel mezzo del corridoio e i due lati appoggiati alle pareti tale da formare al centro un angolo di oltre 110º. Iniziò quindi a trascorrere del tempo su questa specie di panca, curando nel dettaglio ogni singolo movimento e ponendo attenzione alla respirazione.

Dopo circa due tre settimane poté riscontrare i primi miglioramenti finché non notò che la scoliosi antalgica al bacino si era ridotta sensibilmente. Nel frattempo, nel suo laboratorio di hobbistica, aveva modificato le due assi di legno dotandole di una cerniera centrale per variare gli angoli e i dovuti appoggi a terra: era nata la prima rudimentale Pancafit. Con l'aiuto di alcuni artigiani, mise a punto un vero prototipo per iniziare la produzione e nel 1997 era pronta definitivamente la odierna Pancafit, oggi brevettata in tutto il mondo.

L'unico limite imputabile alla Pancafit è quella di un eventuale utilizzo inadeguato, non rispettoso dei principi e concetti per cui è nata. Va ricordato, che più che l'attrezzo è il metodo, con le sue regole e leggi ferree, a fare la reale differenza nei risultati e che l'impiego va sempre coordinato insieme ad un operatore specializzato che saprà indicare le corrette posizioni da assumere e gli esercizi da effettuare, anche con l'ausilio di accessori.